Quando rifletti sul tuo corpo, spesso hai idee molto chiare. Tutti hanno idee chiare di questo tipo, perché le evidenze di una ingessatura sono incontrovertibili. Un arto non può muoversi liberamente come prima, perdi agilità, rischi di urtare, di farti male.
Quando invece rifletti sul funzionamento della tua mente, hai altrettanta chiarezza?
Solitamente no, spesso infatti non ci rendiamo conto che la nostra mente contiene al proprio interno delle “ingessature” che la rendono rigida e poco flessibile, esattamente come succede a un arto del corpo quando viene ingessato.
Sai che ogni stereotipo, ogni idea dogmatica che hai assimilato, senza averla analizzata, ogni modello categorico, autoritario, corrisponde ad una ingessatura di una parte della mente?
Con un dito ingessato, puoi fare ancora molte cose. Con una gamba ingessata sei molto meno libero. Lo stesso vale per il tipo di convinzioni. Ci sono convinzioni dogmatiche che producono solo un piccolo handicap, altre che ti possono quasi paralizzare e assorbire gran parte dell’energia.
La vita è movimento. Senza movimento, niente vita. Più movimento, più flessibilità, più duttilità, più possibilità, più la vita può manifestarsi pienamente.
Questo vale per il corpo, come per la mente, come per ogni forma di organismo.
Alcune idee perentorie le assumiamo direttamente dai nostri genitori, dai gruppi di appartenenza o dalla cultura. Altre le assumiamo in relazione a dei traumi. Un abbandono, un rifiuto, un tradimento in età precoce, possono farci reagire in modo da assumere convinzioni limitanti, su di noi o su altri, sostenute da un potente vissuto emotivo: io non valgo, gli altri sono inaffidabili, devo darmi sempre da fare per essere amato.
In seguito abbiamo difficoltà a modificare queste convinzioni, proprio perché hanno ricevuto forza dal trauma. La nostra amigdala, mantenendo il ricordo del trauma, richiama insieme al ricordo le idee prodotte allora, quando eravamo piccoli e inesperti della vita. Quelle idee possono rimanere “incistate” per decenni in un luogo isolato dal resto della mente-cervello, e permanere immutate con il trascorrere del tempo. Quelle idee sono come forme di ingessatura. Qualunque cosa possa richiamare il trauma, riattiverà l’ingessatura e la limitazione del movimento mentale.
La formazione esperienziale e il coaching, quando lavorano sulle convinzioni che impediscono a una persona di raggiungere i propri obiettivi, possono essere considerati una “osteopatia della mente”. Nell’osteopatia, infatti, si risale lungo la catena delle cause. Il male alla schiena può dipendere da un trauma ad una caviglia. Il trauma alla caviglia può aver ridotto la sua mobilità, che è stata così compensata dalle ginocchia prima, e dalla schiena, dopo, fino ad arrivare alla condizione attuale di dolore alla schiena.
Come nel corpo, così nella mente. Un’idea dogmatica, una riduzione di movimento in un punto della mente può con il tempo essere compensato da altre parti della mente, nelle quali si formano nuove ingessature. Così il pensiero dogmatico, come un virus, viene a conquistare nuovi territori mentali.
Essere in relazione con la vita significa con vibrare ed essere in ascolto. In altre parole, essere in empatia.
Ma come faccio a essere in empatia se ho delle zone della mente irrigidite e ingessate?
Ogni forma di ingessatura, limita la mia possibilità di essere in relazione con ciò che c’è, così come è. Inoltre la cosa rischia di diventare “contagiosa”: più ingessature ho, più ho bisogno di ingessare anche l’altro dentro i miei stereotipi, per limitare il suo movimento.
Come mi ha insegnato Mauro Scardovelli:
“Quando diamo ascolto alle nostre convinzioni dogmatiche limitiamo la nostra libertà, in quanto dobbiamo inserire la realtà attorno a noi in schemi e paradigmi stereotipati. Questo porta necessariamente all’utilizzo del giudizio e del potere-dominio, privandoci così della possibilità di vivere veramente.”
Hai voglia di raccontarmi le tue piccole grandi ingessature mentali?
Potranno essere utili spunti di riflessione per le persone che seguono questo Blog!
Se deciderai di farlo te ne sarò grato!
Ricorda che cresciamo solo se condividiamo!
Buona vita!